Due eventi d’eccezione sabato 18 luglio e lunedì 20 luglio a Villa Piccolo per “La cultura del dubbio”.
Sabato 18 luglio alle ore 18:30, la presentazione del volume “Senza paura. Per non perdere il bello di un mondo migliore” di Davide Giacalone. Intervengono Beniamino Migliucci, presidente dell’Unione camere penali italiane e Carmelo Occhiuto, presidente della Camera Penale di Patti. Coordina Andrea Pruiti Ciarello, componente cda Fondazione Piccolo.
Siamo più ricchi, ma con la paura d’impoverirci. Viviamo in un mondo più aperto e libero, ma con la paura d’essere invasi. Ci siamo lasciti alle spalle la carneficina dei nazionalismi, ma timorosi di smarrire la sovranità. Dalla famiglia alla sessualità, dalle informazioni che ci arrivano all’ambientalismo, sembra che non sia consentita altra lettura che quella negativa e catastrofica. Penitenziale e colpevolista. La fine dei tempi paurosi ha fatto sorgere la paura del tempo che ci attende. Il tramonto delle ideologie ha fatto sorgere il vuoto delle idee. Eppure basta mettere il naso fuori dai luoghi comuni, dai buonismi privi di senso e dai cattivissimi senza senno, per accorgersi che viviamo in un mondo migliore, con più opportunità. Basta guardare i numeri reali della nostra economia, per accorgersi che il dedinismo è una superstizione. Basta considerare i fondamentalismi per accorgersi della superiorità della nostra civiltà. Le paure possono trasformarsi in rancori, desideri di rivalsa, voglia di vendette sociali. Sprofondandoci. A dissolverle non servono ottimismi di maniera, ma documentati e razionali elementi della realtà.
Lunedì 20 luglio alle 18:30 è la volta di “Io non posso tacere”: presentazione del libro di Piero Tony. Partecipano Giuseppe Lumia, membro delle commissioni Giustizia e Antimafia e Beniamino Migliucci, presidente dell’Unione camere penali italiane. Coordina il Presidente della Fondazione, Giuseppe Benedetto.
Piero Tony, già sostituto procuratore generale di Firenze, presidente del tribunale per i minorenni della Toscana e da ultimo procuratore capo di Prato, ha scelto di andare in pensione con due anni di anticipo per essere libero di protestare contro un fenomeno tutto italiano, quello dei magistrati che spesso hanno trasformato gli strumenti di indagine in armi puntate contro i cittadini, usandole poi per combattere battaglie politiche. Il suo è un racconto sconcertante, ancor più venendo da un giudice “certificato e autocertificato di sinistra”, poiché rivela l’esistenza di un virus capace di minare la giustizia del nostro Paese. Un virus che però può – e deve – essere combattuto.